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Il futuro dell’energia in Italia e nel mondo

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L’inizio del nuovo anno porta con sé tanti interrogativi riguardanti il futuro dell’energia in Italia e nel mondo.

La crisi climatica in corso e l’attuale situazione geopolitica richiedono con urgenza il passaggio da fonti energetiche fossili a quelle rinnovabili. 

In questo articolo illustriamo gli scenari futuri legati all’energia su scala nazionale e globale, partendo da un’analisi della situazione attuale, e spiegando perché la transizione energetica non può più aspettare. 

L’energia: un bene essenziale 

La crescita del PIL (Prodotto Interno Lordo) pro capite e della popolazione è collegata a una crescita del consumo di energia. Senza questo bene essenziale, quindi, la nostra economia non può funzionare. Lo sostengono diversi studi di settore.

Tuttavia, al bisogno crescente di energia, si accompagna il problema della scarsità di risorse del pianeta. Se per soddisfare il fabbisogno energetico finora sono state utilizzate per lo più fonti fossili, come carbone, petrolio e gas metano, oggi è necessario invertire la rotta e optare per fonti d’energia rinnovabili, più pulite e sostenibili, come l’energia solare, idroelettrica, geotermica e da biomasse.

Energia e crisi climatica: a che punto siamo? Lo scenario europeo

La crisi climatica è la causa dell’innalzamento del livello degli oceani, del surriscaldamento globale e di fenomeni meteorologici straordinari, desertificazioni, scarsità di acqua potabile e altri danni irreversibili.

Per arginarla, sono state messe in campo diverse azioni: con l’accordo di Parigi del 2015, ad esempio, i leader globali si sono impegnati a mantenere l’innalzamento della temperatura al di sotto dei 2ºC, tagliando le emissioni di gas serra prodotte dall’uomo e ritenute uno dei principali responsabili del cambiamento climatico.

L’Unione Europea ha da subito messo in campo una serie di azioni – a partire dal piano normativo – per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. 

Con la Direttiva sull’efficienza energetica 2018/2002, l’obiettivo di riduzione di emissione di gas serra è passato dal 20%, fissato per il 2020, al 32,5% per il 2030. 

Tra le altre misure lanciate dall’UE ci sono:

Energia e crisi climatica: a che punto siamo? Lo scenario italiano

Il futuro dell’energia nel nostro Paese è la chiave per quello dell’intero sistema economico italiano. Lo ha evidenziato anche la comunità di imprese associate ad Assolombarda nel “Futuro dell’energia”, un libro che propone un’analisi dettagliata e programmatica sull’impatto potenziale della transizione energetica. 

In linea con questa visione, nel 2020 il governo italiano ha definito il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC): un insieme di  misure volte a concretizzare il contributo dell’Italia negli obiettivi stabiliti dall’Unione Europea e da realizzare entro il 2030. 

Cinque le dimensioni chiave al centro del PNIEC: decarbonizzazione, efficienza, sicurezza, mercato interno, ricerca e innovazione.

Tre i principali obiettivi fissati per il 2030: 

La sfida della transizione energetica in Italia: quali opportunità per il futuro?

La competitività rappresenta la principale sfida della transizione energetica per il futuro dell’energia in Italia. Al momento il nostro Paese importa l’energia dall’estero, a scapito della propria indipendenza sul piano dell’approvvigionamento energetico.

La transizione, in questo senso, rappresenta una possibile soluzione al problema. Da paesi come la Norvegia e l’Islanda arriva un modello vincente in questa direzione: investendo in energia pulita e puntando su tecnologie innovative, entrambi hanno raggiunto l’indipendenza energetica. 

Con le dovute differenziazioni di contesto, anche l’Italia può compiere questo grande passo. In che modo? Con quali azioni? Vediamolo insieme.

Costruire dei sistemi efficienti a basse emissioni nei settori civile, dei trasporti e industriale e utilizzare tecniche di cattura e stoccaggio della CO2 consentirebbe di eliminare quote di anidride carbonica superiori al 60% in Italia. 

Ciò permetterebbe di raggiungere il target stabilito per l’arco 2030-2040, e di fare un ulteriore passo verso un futuro più sostenibile per le nuove generazioni, oltre ad accrescere la credibilità del sistema Italia.

Il tema dell’energia rinnovabile può generare, poi, opportunità per le imprese italiane, nel loro ruolo di installatori di dispositivi. Con l’aumento dell’efficienza energetica, si riducono le spese per l’energia a fronte di un miglioramento della sicurezza energetica. 

Tutto questo si traduce in potenziali nuovi posti di lavoro e nuove tecnologie che diano una maggiore spinta alla produttività. 

Stando a uno studio di McKinsey sulla transizione energetica pubblicato nel dicembre 2022 e ripreso dal Sole 24 Ore, l’Unione Europea traina la transizione energetica globale e si avvia a raggiungere l’obiettivo Net-zero entro il 2050, con la possibilità di creare cinque milioni di posti di lavoro.

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